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4/11/2019 0 Commenti

POESIEdiTRANSITO: Dedalus e Lucy nel LHC

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31 Gennaio 2019​

Non ci sono luoghi sulla terra, al di fuori della Grecia di Pericle, in cui, negli ultimi anni, ho avuto desiderio di andare: l'unico è LHC. 
Questo sentire mi ha sempre tenuto in disparte dai più naturali desideri di viaggio per la maggior parte delle persone, e nella piramide delle priorità, questa meta, quando espressa, ha sempre provocato sconcerto se non disappunto e benevola irrisione. Ma tant'è che chi mi conosce si sorprende sapendo che non viaggio da più di vent'anni; l'ultimo mio viaggio è stato quello delle PoesieDiTransito.
Anche questo, forse, potrebbe essere considerato un non luogo e tutti i luoghi allo stesso tempo. Alla ricerca di tutto lo spazio e di tutto il tempo esso non è solo un concentrato di magneti, calcoli e energie ma soprattutto di neuroni e psiche. Questo è il lato che mi affascina non meno delle configurazioni irridenti delle particelle subatomiche nel loro decadimento, apparire e disparire. 
Ed è pur vero che il destino te lo chiami, in parte, se vuoi, quando mi si è presentata la possibilità di disegnare la copertina di un libro in cui si racconta dell'anello e del bosone, non sto a dirvi com'è accaduto, che sarebbe tutta una storia a sé. Penso con convinzione che il disegno era già pronto e che mi stesse aspettando sopratutto per svolgere il ruolo di annuncio, tenuto conto delle mie riserve a compiere oggi questo viaggio, non avendo ancora maturato una buona idea per dissertare con i fasci dei protoni, e sulle questioni della temperatura infinita o finita? 
Dedalus e Lucy, in questo viaggio della scrittura, mi hanno preceduto, sono la mia avanguardia, il punto più avanzato dell'immaginazione che dialoga con lo spazio/ tempo. E così come nel cinema di miglior tradizione si comincia dalla fine per tornare all'inizio della storia anche nella temperatura siamo alla fine e stiamo andando verso il congelamento così come il risveglio di Earwicker è una narrazione che cerca il suo punto di partenza, il suo inizio. E con questa insoddisfatta tensione, mi rassegno, a che possiamo solo immaginare l'infinito ma non lo possiamo sperimentare.
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